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domenica 25 settembre 2011

Il film del giorno FAIR GAME (e volendo anche il libro!)





Fair Game, l’autobiografia di un’ex-agente segreto, un film con Sean Penn e Naomi Watts.

A volte, perché una storia possa spingersi oltre lo steccato del proprio paese di origine per incontrare un pubblico internazionale, è necessario che venga tradotta in pellicola. é il caso di Fair Game, lo scottante memoriale scritto dall’ex agente CIA Valerie Plame Wilson, dal quale è stato tratto il film con Naomi Watts e Sean Penn.



Valerie Plame era un’agente segreta della CIA con una carriera sfavillante che ebbe la sfortuna di essere inviata a investigare sulla produzione di armi di distruzione di massa nell’Iraq post 9/11. Nel febbraio del 2002 suo marito, l’ambasciatore Joseph Wilson, andò in Africa per indagare sul presunto traffico di uranio dal Niger all’Iraq di Saddam Hussein. A indagini terminate, Wilson era arrivato alla conclusione che fosse “altamente improbabile” che dell’uranio fosse stato trasferito dalle due miniere del Niger (sotto l’assiduo controllo di Spagna, Francia, Germania e Giappone) per raggiungere l’Iraq. Nel 2003 l’ambasciatore firmò un infuocato articolo per il New York Times nel quale raccontava quello che aveva visto (o meglio, che non aveva visto) in Africa, suggerendo che probabilmente l’entità della minaccia irachena fosse stata gonfiata per rendere più accettabile l’imminente guerra.

Solo una settimana dopo, improvvisamente, il giornalista Robert Novak rivelò l’identità di agente CIA della Plame nel suo editoriale sul Wall Street Journal, rivelazione che rappresentò la fine immediata della carriera dell’agente. La vicenda scatenò un vero e proprio scandalo che si risolse nella condanna di Lewis Libby, assistente di Bush, accusato di essere il responsabile della fuga di notizie su Valerie Plame. Ormai allo scoperto, con una carriera sbriciolata alle spalle e un pensionamento troppo distante (12 anni) all’orizzonte, Valerie Plame decise di ricostruirsi uno stipendio mettendo nero su bianco la sua storia. Il risultato fu Fair Game: My Life as a Spy, My Betrayal by the White House (412 pagine, Simon & Schuster).



Ma prima di poter arrivare sugli scaffali delle librerie, il libro dovette passare sotto le forche caudine della censura CIA, che lo lesse e lo rese alla Plame dopo averlo “asciugato” pesantemente. Ma la Plame è pur sempre un agente segreto, e un agente segreto non si dà per vinta tanto facilmente; così, ha scelto di pubblicare il libro lasciando gli omissis barrati in nero e integrando i pezzi eliminati con un’appendice di 80 pagine contenenti la documentazione necessaria al lettore per riempire i gap imposti dalla censura.

A tre anni dall'uscita nelle librerie statunitensi, il libro della Plame trova nuova vita sulla pellicola in concorso a Cannes. Con ogni probabilità il librò verrà stampato anche in Italia, andando a far luce su uno dei momenti più oscuri della guerra in Iraq.

2 commenti :

  1. In effetti il film è molto carino e ora mi incuriosisce anche il libro, sai com'è nel caso mi mancassero le letture ^__^

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